“Eseguiamo il Requiem come andrebbe fatto, alla fine vi pregherei di non applaudire”.
Sicuramente, la location suggestiva ed il cielo stellato hanno contribuito a creare un’atmosfera unica. Le parole del maestro poi, hanno aiutato il pubblico ad approcciarsi al Requiem nel modo più giusto. Prima di iniziare infatti, una breve introduzione del grande Zubin Mehta ha riportato il pensiero alle tragedie successe in questo ultimo periodo in Italia. Facendo riferimento alla recente esplosione di alcune cisterne di gpl alla stazione di Viareggio, che ha provocato la morte di 22 persone ed un numero ancora più grande di feriti e ricordando il terremoto che ha devastato l’ Abruzzo lo scorso aprile.
In questo clima difficile, ancora una volta è stata la potenza della musica a riunire un vasto pubblico nella platea del Giardino di Boboli che quest’anno ha ospitato due date del Maggio Musicale Fiorentino. Così con la compostezza e la fermezza che soltanto un direttore d’orchestra di tale fama può avere, Zubin Mehta ha chiesto al suo pubblico di assistere al Requiem nel ricordo di queste persone scomparse. Proprio come Verdi che, anche se insolitamente componeva musica sacra e celebrativa, ispirò la sua messa alla scomparsa di Alessandro Manzoni e Gioacchino Rossini.
Dopo il discorso del maestro e la richiesta di non applaudire a fine concerto per concretizzare il Requiem in maniera ancora più solenne, sono bastati pochi istanti per rimanere sbalorditi.
Il coro numerosissimo ha incantato ogni presente, l’esecuzione dell’orchestra ha lasciato senza fiato. Impeccabili anche la soprano Anna Samuil, la mezzosoprano Anna Smirnova, il tenore Stuart Neill , ed il basso Alexander Tsymbalyuk.
Il pubblico si è lasciato avvolgere dall’atmosfera fornita dalla collaborazione tra OperaFestival 2009 e Maggio Fiorentino, che ha permesso l’esecuzione di quest’opera in una cornice affascinante come quella del Giardino di Boboli. Per un’ ora e venti minuti circa infatti, la magia della musica si è unita al ricordo delle persone scomparse facendoci sentire forse un po’ più vicini o forse un po’ meno soli, nell’affrontare il dolore per certe disgrazie.
Un’ esecuzione che lascia sempre il segno, e che OperaFestival ha deciso di far rivivere in un contesto ancora più surreale, quello dell’Abbazia di San Galgano, dove il 7 luglio sarà il maestro Bruno Rigacci a dirigere la Messa da Requiem di Verdi.
Letizia Vallini
Pubblicato su intoscana
Sicuramente, la location suggestiva ed il cielo stellato hanno contribuito a creare un’atmosfera unica. Le parole del maestro poi, hanno aiutato il pubblico ad approcciarsi al Requiem nel modo più giusto. Prima di iniziare infatti, una breve introduzione del grande Zubin Mehta ha riportato il pensiero alle tragedie successe in questo ultimo periodo in Italia. Facendo riferimento alla recente esplosione di alcune cisterne di gpl alla stazione di Viareggio, che ha provocato la morte di 22 persone ed un numero ancora più grande di feriti e ricordando il terremoto che ha devastato l’ Abruzzo lo scorso aprile.
In questo clima difficile, ancora una volta è stata la potenza della musica a riunire un vasto pubblico nella platea del Giardino di Boboli che quest’anno ha ospitato due date del Maggio Musicale Fiorentino. Così con la compostezza e la fermezza che soltanto un direttore d’orchestra di tale fama può avere, Zubin Mehta ha chiesto al suo pubblico di assistere al Requiem nel ricordo di queste persone scomparse. Proprio come Verdi che, anche se insolitamente componeva musica sacra e celebrativa, ispirò la sua messa alla scomparsa di Alessandro Manzoni e Gioacchino Rossini.
Dopo il discorso del maestro e la richiesta di non applaudire a fine concerto per concretizzare il Requiem in maniera ancora più solenne, sono bastati pochi istanti per rimanere sbalorditi.
Il coro numerosissimo ha incantato ogni presente, l’esecuzione dell’orchestra ha lasciato senza fiato. Impeccabili anche la soprano Anna Samuil, la mezzosoprano Anna Smirnova, il tenore Stuart Neill , ed il basso Alexander Tsymbalyuk.
Il pubblico si è lasciato avvolgere dall’atmosfera fornita dalla collaborazione tra OperaFestival 2009 e Maggio Fiorentino, che ha permesso l’esecuzione di quest’opera in una cornice affascinante come quella del Giardino di Boboli. Per un’ ora e venti minuti circa infatti, la magia della musica si è unita al ricordo delle persone scomparse facendoci sentire forse un po’ più vicini o forse un po’ meno soli, nell’affrontare il dolore per certe disgrazie.
Un’ esecuzione che lascia sempre il segno, e che OperaFestival ha deciso di far rivivere in un contesto ancora più surreale, quello dell’Abbazia di San Galgano, dove il 7 luglio sarà il maestro Bruno Rigacci a dirigere la Messa da Requiem di Verdi.
Letizia Vallini
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