Un’accoglienza unica dà il benvenuto a Vladimir Luxuria, al Giardino di Boboli per presentare “Le favole non dette” (Edizioni Bompiani). Per caso l’ex-parlamentare raggiunge l’angolo dell’”Hard Book Cafè” con la Marcia Trionfale di Verdi che l’Orchestra di OperaFestival prova in vista dell’ultima replica dell’Aida, in scena la stessa sera. Vladimir è felicemente sorpresa per la coincidenza, è subito a suo agio grazie alla presenza di tanti vecchi amici e all’atmosfera conviviale che l’”Hard Book Cafè” puntualmente ricrea.
“Le favole non dette” è una raccolta di sei favole che descrivono le metamorfosi corporee e le esperienze dei transgender. “Spero di aver toccato le corde dell’emozione, spero di aver dato dignità a questa gente, raccontando la loro sofferenza ho cercato di renderla condivisibile con il lettore”. Con queste parole Vladimir condensa una delle intenzioni principali del libro. Due delle fiabe sono tratte da La sirenetta e da Il Brutto Anatroccolo di Hans Christian Andersen. La scrittrice paragona il dramma della donna per metà pesce, disposta a soffrire pur di avere un paio di gambe, al malessere che i trans vivono con il proprio corpo e al dolore che le trasformazioni comportano. Una favola ambientata fra Fiesole e Firenze ha come protagonista un Pinocchio che sogna di diventare una bambina, adescato da un gatto e una volpe pedofili finisce per la sua diversità anche in un manicomio, metafora della pancia della balena. Il Pinocchio della penna di Luxuria trova per strada un orecchino a forma di luna e sogna tutta la vita di possedere la coppia cioè la luna completa, il simbolo della femminilità. Lo ritroverà quando diventerà finalmente Luce, quando si ricongiungerà con il proprio essere e si riconoscerà con le sembianze del suo corpo nuovo. Tutte le favole hanno un lieto fine, portatrici di un messaggio di speranza, rappresentano la luce che arriva tanto più luminosa dopo una notte buia.
In un clima di criminalizzazione della diversità, Luxuria cerca di limare gli angoli spigolosi del cieco pregiudizio, di aprire la strada della comprensione. E’ un libro contro il bullismo come ama definirlo la scrittrice, contro le discriminazioni e le vessazioni che molti trans subiscono fin dall’infanzia. La vincitrice dell’Isola dei Famosi si rivolge anche ad un pubblico di giovanissimi, è sicura che il suo libro, estraneo da ogni volgarità, può aiutare un bambino ad essere domani un adulto migliore. E’ sostenuta in questo tentativo anche dal presidente dell’ArciGay intenzionato a proporre la lettura di queste fiabe nelle scuole elementari e medie. “Non veniamo visti come delle streghe dai bambini”, spiega l’autrice, “il pregiudizio e il rifiuto vengono inculcati dagli adulti”. Auspica, quindi, che attraverso le pagine del suo libro molti possano comprendere i drammi e i retroscena di un mondo incapace di trovare canali di espressione, che vive isolato e senza diritti.
L’eclettica personalità dell’ex-parlamentare non si ferma nelle pagine del libro , la prima favola,infatti, “La donna uomo” ha già preso vita diventando uno spettacolo teatrale prodotto dal Teatro dell’Istante. Il pubblico a cui Luxuria si rivolge non lascia dubbi circa l’intento dello spettacolo: “Voglio dedicare lo spettacolo a tutte le donne, sia quelle biologiche che quelle che ci sono arrivate, che hanno pari dignità e possibilità”
Annalisa Ausilio
Foto di Sara Giosa
“Le favole non dette” è una raccolta di sei favole che descrivono le metamorfosi corporee e le esperienze dei transgender. “Spero di aver toccato le corde dell’emozione, spero di aver dato dignità a questa gente, raccontando la loro sofferenza ho cercato di renderla condivisibile con il lettore”. Con queste parole Vladimir condensa una delle intenzioni principali del libro. Due delle fiabe sono tratte da La sirenetta e da Il Brutto Anatroccolo di Hans Christian Andersen. La scrittrice paragona il dramma della donna per metà pesce, disposta a soffrire pur di avere un paio di gambe, al malessere che i trans vivono con il proprio corpo e al dolore che le trasformazioni comportano. Una favola ambientata fra Fiesole e Firenze ha come protagonista un Pinocchio che sogna di diventare una bambina, adescato da un gatto e una volpe pedofili finisce per la sua diversità anche in un manicomio, metafora della pancia della balena. Il Pinocchio della penna di Luxuria trova per strada un orecchino a forma di luna e sogna tutta la vita di possedere la coppia cioè la luna completa, il simbolo della femminilità. Lo ritroverà quando diventerà finalmente Luce, quando si ricongiungerà con il proprio essere e si riconoscerà con le sembianze del suo corpo nuovo. Tutte le favole hanno un lieto fine, portatrici di un messaggio di speranza, rappresentano la luce che arriva tanto più luminosa dopo una notte buia.
In un clima di criminalizzazione della diversità, Luxuria cerca di limare gli angoli spigolosi del cieco pregiudizio, di aprire la strada della comprensione. E’ un libro contro il bullismo come ama definirlo la scrittrice, contro le discriminazioni e le vessazioni che molti trans subiscono fin dall’infanzia. La vincitrice dell’Isola dei Famosi si rivolge anche ad un pubblico di giovanissimi, è sicura che il suo libro, estraneo da ogni volgarità, può aiutare un bambino ad essere domani un adulto migliore. E’ sostenuta in questo tentativo anche dal presidente dell’ArciGay intenzionato a proporre la lettura di queste fiabe nelle scuole elementari e medie. “Non veniamo visti come delle streghe dai bambini”, spiega l’autrice, “il pregiudizio e il rifiuto vengono inculcati dagli adulti”. Auspica, quindi, che attraverso le pagine del suo libro molti possano comprendere i drammi e i retroscena di un mondo incapace di trovare canali di espressione, che vive isolato e senza diritti.
L’eclettica personalità dell’ex-parlamentare non si ferma nelle pagine del libro , la prima favola,infatti, “La donna uomo” ha già preso vita diventando uno spettacolo teatrale prodotto dal Teatro dell’Istante. Il pubblico a cui Luxuria si rivolge non lascia dubbi circa l’intento dello spettacolo: “Voglio dedicare lo spettacolo a tutte le donne, sia quelle biologiche che quelle che ci sono arrivate, che hanno pari dignità e possibilità”
Annalisa Ausilio
Foto di Sara Giosa
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