mercoledì 23 giugno 2010

DON GIOVANNI, IL DISSOLUTO PUNITO

La stagione di OperaFestival nell'Abbazia di San Galgano è inaugurata da un capolavoro di W.A. Mozart, Il Don Giovanni.

Il dramma, composto da due atti di 10 scene ciascuno, è il secondo delle tre opere che egli scrisse nel 1787 sul libretto di Lorenzo Da Ponte, preceduta da Così fan tutte e seguita da Le nozze di Figaro.

L'allestimento per l'Abbazia cistercense è firmato dallo scenografo Giacomo Andrico, i costumi sono di Micol Joanka Medda e Caterina Bottai, la regia “cinematografica” di Luca Verdone e la direzione è del M° Matteo Beltrami.

Il cast avrà come interprete del Don Giovanni il baritono spagnolo Alvaro Lozano. Accanto a lui Ugo Guagliardo interpreterà Leporello, mentre Debora Beronesi canterà Donna Elvira. Daria Masiero ed Alexandra Zabala si alterneranno nel ruolo di Donna Anna.

L'ambientazione en plein air ha richiesto la progettazione di elementi scenici componibili e scomponibili che, a seconda della posizione in cui si trovano, creano spazi e prospettive nuove.

La pièce è un unicum, è una miscela di elementi comici, farseschi e tragici, ed è incentrata sulla tematica filosofica del libertino, tipica della seconda metà del Settecento.

Luca Verdone ha deciso di anteriorizzare la vicenda rispetto al libretto originale per depurarlo dai vizi del teatro del periodo dei Lumi e ricollocarlo nel '600, un' epoca più cinica e in accordo con l'atmosfera mistico-ascensionale dell'Abbazia.

Assisteremo a un'opera dei contrasti che vede il contrapporsi di sacro e profano, dannazione ed espiazione, mito e realtà.

Tutti questi elementi sono inseriti in un sito d'eccellenza, l'Abbazia di San Galgano, una delle più belle e suggestive del territorio.



Maddalena

martedì 22 giugno 2010

La stagione 2010 di San Galgano

Venerdi 18 giugno alle ore 12.00, nei luoghi della sala dell'Aurora del palazzo della Provincia a Siena si è tenuta la conferenza stampa per la presentazione della stagione di OperaFestival 2010 all'Abbazia di San Galgano.


OperaFestival è una manifestazione progettata e realizzata interamente da Multipromo, che ne cura ogni aspetto: dalla programmazione, alla realizzazione delle strutture teatrali, agli allestimenti delle scenografie delle opere liriche che ogni anno produce.


Anche quest'anno, grazie alla collaborazione tra Massimiliano Vivoli, direttore della Multipromo, Marco Saletti, assessore alla Cultura della Provincia di Siena, Ivano Minocci, sindaco di Chiusdino, e Luciana Bartaletti, Presidente dell'Unione dei comuni della Merse, è stato possibile riconfermare, nonostante alcune difficoltà, una delle manifestazioni che fa risaltare la ricchezza culturale e paesaggistica del territorio.


Il 26 giugno, con repliche il 4, 9,17 luglio, aprirà il cartellone il Don Giovanni di W.A Mozart.


Seguirà un altro titolo lirico del genio di Salisburgo, Il Flauto Magico (24 e 31 luglio), che è stato riproposto anche quest'anno dato il grande successo di pubblico.


Riconfermato anche il concerto dei Carmina Burana di C. Orff (23 luglio, 6 agosto), diretto dal M° Maurizio Preziosi.

Il 16 luglio si esibirà una delle proposte più interessanti del panorama della musica leggera: Malika Ayane. Questa data è stata pensata per offrire al pubblico un ventaglio di opzioni variegato che spazia dall'opera lirica, concertistica e popolare.

La programmazione si conclude il 7 agosto con Le Stagioni di Vivaldi.


Maddalena

giovedì 17 giugno 2010

INTERVISTA AL CAST DI EVITA

Ore 16.30. Auditorium Attilio Monti de LA NAZIONE.
In sala sono presenti una trentina di persone che attendono l’arrivo del cast di Evita.
Gli attori fanno il loro ingresso e appaiono subito disponibili e sorridenti.
Iniziano le domande da parte dei giornalisti e presenti.


- Come vi siete preparati per interpretare il vostro personaggio e che rapporto avete avuto con esso?
Gli attori rispondono a rotazione di essersi documentati approfonditamente per capire il ruolo storico e la dimensione psicologica del personaggio. Hanno letto libri, biografie e navigato su Internet per poter meglio entrare nella parte.

Abigail Jaye, alias Evita, ritiene che non è stato molto difficile interpretare il suo ruolo, in quanto si tratta di un personaggio ben strutturato, combattivo, dalla forte personalità. E' stato infatti un onore per lei recitare nei panni di un’icona che è rimasta immortale nel tempo.

Mark Hennehan, nel musical Peròn, è entusiasta. Secondo lui, per un attore, avere ruoli di personaggi complessi è molto più interessante: il suo copione è dinamico, in quanto oltre all’uomo politico emerge anche la figura di amante e marito.

Mark Powell, Che Guevara, si è voluto focalizzare sulla parte più caritatevole del famoso guerrigliero, sulla sua predisposizione ad aiutare gli altri, criticando Evita per il suo carattere arrivista e opportunista.

- Avete mai ricevuto delle critiche per il vostro modo di rappresentare i personaggi?

Gli attori sorridono e Mark Hennehan risponde che in realtà lo spettacolo è sempre stato apprezzato e racconta un aneddoto interessante.

Al debutto in Grecia era presente anche l'ambasciatore argentino che ha gradito la rappresentazione, e l'espediente della figura critica del Che Guevara, il quale mette in luce sia gli aspetti positivi sia quelli negativi di Eva Duarte, un personaggio ambiguo e controverso. Al diplomatico, in quell'occasione, fu domandato se il popolo argentino fosse pronto per assistere al musical, e la risposta fu “No”. Nel paese sono infatti presenti molti seguaci di Peròn, e Evita è ancora amata e venerata dal suo popolo.

- Cosa ne pensate dello scenario en plain air del Giardino di Boboli?

E' la prima volta che gli attori si esibiscono in un teatro all'aperto e trovano il set suggestivo. Abigail Jaye ironicamente si augura di poter essere risparmiata dalle zanzare, ma questi sono i cosiddetti rischi del mestiere.

- Quale canzone del musical, che non è nel vostro repertorio, avreste voluto cantare?

Una timida Abigail Matthews, che si esibisce come Mistress, alla sua prima esperienza lavorativa, avrebbe voluto cantare Don't cry for me Argentina, intonata da Evita sul balcone della Casa Rosada.

Sthephen Carlite, Mr. Magaldi, e Mark Hennehan avrebbero voluto eseguire You must love me, commovente testo recitato da Evita prima della morte.

- Cosa ne pensate del pubblico italiano?

Forse una domanda scontata e un' altrettanta prevedibile risposta, ma gli spettatori  italiani sono i più calorosi davanti ai quali si sono esibiti. 

Chissà cosa ne penserebbe il pubblico inglese che da più di vent'anni li apprezza .

Maddalena

Foto Ivan

mercoledì 16 giugno 2010

A TU PER TU CON IL CAST DI EVITA

Ieri pomeriggio alle 16:30 ha avuto luogo, nell’auditorium Attilio Monti della Nazione, un incontro con i protagonisti del cast del musical Evita che debutterà questa sera al Giardino di Boboli. L’opportunità di poter interagire con gli artisti prima dello spettacolo ci è stata offerta dal “Club dei 150+1” della Nazione che già l’anno scorso aveva ospitato artisti come Giobbe Covatta, Massimo Ranieri e il comico livornese Paolo Ruffini. Il fatto che l’auditorium possa ospitare non più di 150 persone ha fatto sì che si instaurasse un’atmosfera molto intima ed un clima di giocosità tra il pubblico e gli artisti che gentilmente si sono prestati a battute, foto e a rispondere a qualsiasi domanda gli venisse rivolta.


Erano presenti Stephen Carlite e Abigail Matthews che interpretano rispettivamente i personaggi di Magaldi e The Mistress (la cameriera). Magaldi è colui che conobbe Evita all’età di 15 anni e che la condusse a Buenos Aires dove poi conobbe Perón, suo futuro sposo. The Mistress è la rappresentazione della giovane donna che cerca di ritagliarsi una spazio nella società e che per fare ciò è pronta a tutto come per esempio stringere amicizie con persone influenti. Quello che avevamo dedotto e che gli stessi attori hanno confermato è che queste due personalità non hanno avuto nei libri di storia lo spazio a loro dovuto anche se hanno lasciato il proprio segno nella storia personale di Evita. Gli altri personaggi del cast erano Abigail Jaye (Evita), Mark Powell (Ernesto “Che” Guevara) e Mark Heenehan ( Juan Domingo Perón).

Il fatto che questi ultimi dovessero interpretare dei ruoli molto più complessi rispetto agli altri due, li ha spinti a fare delle ricerche approfondite su quello che tali personaggi storici erano stati in vita. Evita è stata una donna da molti amata ma da molti altri considerata solo un' arrampicatrice sociale quindi quello che la sua interprete ha voluto che risaltasse è la sua forte personalità ed il suo carisma. Per quello che riguarda il Generale Perón anche Mark Heenehan ha dovuto fare un grande sforzo interpretativo perché quello che le fonti storiche ci descrivono è il suo ruolo militare e politico e mai il suo essere anche un amante e un marito.

Ma a mio parere la parte più difficile da preparare è stata quella di Ernesto Guevara, infatti Mark Powell afferma << Quello del Che è un personaggio ambiguo perché se da una parte possiede un lato ribelle da guerrigliero dall'altra è stato anche un uomo dedito ad aiutare coloro che erano in difficoltà, ed è proprio su questo suo lato che mi sono voluto concentrare >>. La bravura di Powell sarà anche quella di collocare tale personaggio in un contesto che non gli appartiene in quanto Evita e Guevara non si sono mai incontrati storicamente << Cerco di portare in superficie quello che forse il Che avrebbe voluto dire a Evita se l'avesse conosciuta veramente >> conclude l'attore.

Quello che ci aspettiamo questa sera, sarà dunque la messa in scena non di una semplice narrazione degli eventi, ma l'ascesa e la caduta di una donna che ha sempre vissuto trasportata dalle sue passioni.





SILVIA
FOTO DI IVAN

lunedì 14 giugno 2010

FROM LONDON TO FLORENCE: EVITA A BOBOLI

La critica voce narrante del Che accompagna il musical capolavoro di Rice e Webber, Evita, finalmente giunto a Firenze nella splendida cornice del Giardino di Boboli, dal 16 al 20 giugno.

Lo spettacolo racconta la storia della carismatica Maria Eva Duarte de Perón, tragica eroina del pueblo argentino, interpretata da Abigail Jaye.

La sua figura viene contrapposta a quella di Ernesto Che Guevara de la Serna; sarà tale personaggio a narrare le ambigue passioni e le lotte che ella tenne in vita fino al momento della morte. Queste due figure eccezionali convivono in maniera dialettica e diacronica nella narrazione teatrale, dando luogo ad uno spettacolo straordinario apprezzato dalla critica e dal pubblico. Gli autori hanno voluto creare questa contraddizione, giocando con le probabilità del destino, forzando l’autenticità degli eventi, creando un corpo a corpo straordinario. Parole di Rice.

Lo spettacolo fu molto amato a Londra dove rimase e tutt’ora rimane in scena. Tim Rice fa ricadere la longevità di tale spettacolo “alla commistione tra splendide musiche ed una bella storia, percepita dai più come una fiaba moderna”.

Nel 1996 Alan Parker ne fece un film, con Madonna e Antonio Banderas nella parte delle due icone populiste e alla versione cinematografica fu aggiunta una canzone “You must love me”, che resta per questa edizione del musical.

Evita è diretta da Bill Kenwright e Bob Tomson e coinvolge un cast di 50 artisti, tra solisti, ballerini e figuranti, accompagnati dall’orchestra di dieci elementi. Per Boboli è stata creata una scenografia speciale, una sorta di teatro mobile all’interno del giardino.

In attesa della prima a Boboli il 16 giugno alle 21:15, domani ci sarà un intervista al cast di Evita all’auditorium della Nazione.



Elisa

L'ingannato è più saggio

Le Cirque Invisible è più bello di una fiaba, di un sogno, di una visione.

Victoria Chaplin scompare in una veste a forma di campanula, dai colori cangianti sotto i riflettori, e inizia a piroettare, a contorcersi, a stirarsi e, guardando rapiti la scena, perdiamo di vista la realtà. Victoria non c’è più! Una strana pianta carnivora, una campanula, un fungo dai mille colori si muove sul palcoscenico, una strana danza ci incanta, mentre il nostro cuore batte all’unisono col ritmo della musica, prima incalzante e poi lenta.

Assistiamo a un duello fra un paravento e una sedia, uno zaino diventa la testa di un drago, nuvole bianche e leggere volteggiano, un vestito da dama di corte dà vita ad un elegante cavallo. Victoria scompare di nuovo dentro ad un vaso, sotto a una coltre di ombrellini cinesi, poi inghiottita da un serpente. Si trasforma in creature inumane, impossibili da collocare nei mondi da noi conosciuti: incontri fra creature estinte e creature mitologiche, draghi. Ancora in divenire…ricoperta da pentole e bicchieri, lei sola è un’intera orchestra che suona un tintinnante concerto. Infine sembra prendere il volo grazie ad ali fatte di raggi di biciclette.

Ci incanta grazie alla maestria con cui padroneggia i movimenti di ogni singolo muscolo, di ogni arto e quando cammina e si contorce sopra la corda ci tiene col fiato sospeso, coi muscoli tesi e col cuore in gola.

Jean Baptiste Thierrèe ci stupisce ad ogni entrata con eccentriche giacche e coloratissime valigie, da cui estrae storie di pesci di carta, bolle di sapone che quando scoppiano suonano come campanelli, magie di fazzoletti colorati che cangiano, di candele che scompaiono, palline che volteggiano a mezz’aria. Poi il suo piccolo aiutante Jean Louis (un morbido coniglietto), su ordine del mago, si mette la giacchetta nera, si trasforma in un piccolo cavallo, diventa un gustoso gelato al limone.

E ancora Jean Baptiste con un variopinto costume che canta in coro con i visi sulle sue ginocchia, che “fa a pezzi” la moglie nella scatola magica e non si ricorda in che verso rimettere la parte tagliata. Ed entra portando a spasso una marionetta che all’ingresso successivo porta a spasso lui, infine pedalando un tandem in compagnia di uno scheletro.

Con lui riscopriamo una comicità esilarante fatta di semplicità e piccoli oggetti, nell’era dell’incontentabilità e della ricerca dell’effetto speciale più strabiliante.

Ma non basta guardare lo spettacolo, allo spettatore è richiesto un impegno di gran lunga maggiore: deve collaborare alla finzione e all’illusione, connettere la propria mente e la propria fantasia con la coerenza dei movimenti, degli oggetti e delle musiche sul palco. Proprio come in una narrazione, i due artisti creano un loro proprio mondo, che può essere fruito, goduto e compreso solo se ci abbandoniamo allo spettacolo e ci permettiamo di lasciarci alle spalle il senso della realtà. A tal proposito Gorgia disse “L’ingannato, ossia colui che si abbandona tutto all’illusione è più saggio di chi non si lascia ingannare, che rimane freddo e mantiene le distanze.”

Gli autori di una rappresentazione teatrale chiedono al proprio pubblico un patto finzionale; una volontaria sospensione dell’incredulità in cambio di una coerenza e di una completezza narrativa, ecco perché il mondo di Le Cirque Invisible è incommensurabile, perché manca di completezza e coerenza giocando con la dimensione onirica. Ma alcuni spettatori adulti non hanno saputo capire e collaborare con la propria immaginazione, così lo hanno biasimato la sera della prima.

Infatti seduto dietro noi si trovava un vecchio signore che commentava pedante la banalità dei trucchi dei due artisti sul palco, immaginate quale piacere udire le sue parole mentre si assiste ad uno spettacolo d’illusione e si cerca di abbandonarsi alla finzione.

Mentre i bambini, stupiti con il volto rapito dall’incanto delle trame dei linguaggi estetici, lo hanno ammirato con semplicità.

Inoltre, prima del termine dello spettacolo, la maleducazione ha preso posto, tutti in piedi, non per una standing ovation, ma per uscire senza trovare fila.

Fortunatamente le sere successive scene del genere non si sono ripetute.

Il pubblico si è dimostrato intelligentemente più attivo e più partecipe, realmente divertito e incantato. File di spettatori a bocca aperta o con le lacrime agli occhi per le risa. Per finire in fragorosi applausi e tamburellanti battiti di piedi sugli spalti.

Giulia e Elisa

STAGE IN PROGRESS

Eccoci qua, catapultati in una realtà sconosciuta, nuova,lontana dal nostro vivere quotidiano.


Finalmente in una redazione, una redazione vera, tangibile, non di quelle scritte sui manuali di cui abbiamo studiato la composizione e la divisione delle mansioni. La nostra piccola redazione interna all'OperaFestival. Decidiamo come e cosa scrivere, in che formato, con che stile. Scegliamo di raccontare le nostre personali impressioni o quelle del pubblico. Ricreiamo attraverso le nostre parole le atmosfere degli spettacoli a cui assistiamo. Facciamo pratica di comunicati, rassegne stampa, interviste, questionari.

Un po' di nebbia si staglia ancora sul progetto a cui dobbiamo lavorare. Ogni giorno veniamo in ufficio, nella splendida Fiesole e quando ci incontriamo ci guardiamo attoniti, abbiamo ancora un grosso punto interrogativo dipinto in faccia. Quotidianamente impariamo qualcosa di nuovo e di diverso, conosciamo un membro in più della Multipromo, leggiamo un articolo o una recensione in più.

Migliaia di informazioni che ci sommergono come un'onda, ma piano piano riusciamo a risalire in superficie e ad organizzare il lavoro.

Fra le prime cose che abbiamo imparato, o meglio riscoperto, ci sono la curiosità e lo spirito d'osservazione. Dobbiamo impegnarci ad essere attenti, rapidi, dinamici, flessibili, con gli occhi e la mente aperti pronti ad accogliere e raccogliere ogni dettaglio, di una parola, di un viso, di un gesto, di un suono...

Stiamo imparando a superare le nostre timidezze e le nostre insicurezze, nel parlare fra noi che non ci conosciamo bene; nel domandare cosa dobbiamo fare, come, quando, in quanto tempo e perchè; nel rivolgerci a sconosciuti per sapere cosa ne pensano di uno spettacolo, perchè ne sono stati incuriositi e da dove vengono, perchè se sono stranieri c'è anche da superare lo scoglio della lingua, e quindi stiamo lunghi momenti ad ascoltare coppie e famiglie che parlano fra di loro per capire se sono italiani o meno.

Sono bastati un paio di giorni per capire che è molto difficile fondere le idee, i modi, i “clichès” di cinque cervelli: è meglio se collaboriamo dandoci degli spunti e dei consigli ma dividendo il da farsi a rotazione, perchè il primo giorno, ahimè, per scrivere una frase che mettesse tutti d'accordo c'è voluta mezz'ora!

E chissà quante altre cose ci saranno da apprendere e comprendere nei prossimi due mesi: articoli e recensioni da scrivere sul nostro blog, quelli da pubblicare sui giornali, link da creare, profili da aggiornare, foto da scattare sapientemente, video da montare e poi ancora comunicati, interviste, questionari...

Bè...in bocca al lupo a noi!
 
Giulia

martedì 8 giugno 2010

Tra spettacolo e natura

Appena arrivata al Giardino di Boboli posso subito vedere con i miei occhi ciò di cui avevo sentito parlare poche ore prima in redazione: il parco è un vero museo all'aria aperta.


Il sole sta per calare e l'atmosfera suggestiva avvolge le persone che si occupano dei preparativi per assicurarsi che tutto vada come previsto: l'ufficio stampa controlla i vaucher mentre gli scenografi mettono a punto gli ultimi particolari.

Quando vediamo un prodotto finito possiamo solo apprezzarne la bellezza, ma avere la possibilità di vedere chi sono gli attori e quali sono i gesti che si celano dietro la realizzazione di tutto ciò, permette di avere una visione più completa e la consapevolezza di quanto sforzo creativo sia necessario per creare un'opera culturale.

Piano piano iniziano ad arrivare gli spettatori: turisti, coppie di giovani fidanzati e di vecchi amanti, e molte famiglie con bambini.

Va infatti in scena le Cirque Invisible, lo spettacolo di Jean Baptiste Thierrèe e Victoria Chaplin.

Le luci si spengono, cala il sipario e cessano i brusii dalla platea.

Gli sketch comici e i giochi di magia di Thierrèe si alternano alle evoluzioni circensi di Victoria, così come i momenti di ilarità a quelli di sorpresa e incredulità.

Lo spettacolo mette in scena un modo semplice di fare comicità, al quale forse non siamo più abituati, ma sempre capace di emozionare e di suscitare la risata.

Finita la performance sento i commenti: sono tutti meravigliati, i bambini hanno preferito Jean Baptiste, le bambine la Chaplin, alcuni sono riusciti ad immergersi nell'illusione della magia mentre altri hanno fatto prevalere il loro carattere razionale cercando di svelare l'incanto, ma sicuramente per una sera l'arte si è fusa in modo armonioso con la natura.



Maddalena

lunedì 7 giugno 2010

Si apre il sipario: le Cirque Invisible

Siamo a poche ore dall'inizio di OperaFestival che debutterà stasera alle 21,15 con lo spettacolo “Le Cirque Invisible” di Jean-Baptiste Thierree e Victoria Chaplin.

I due artisti tornano dopo 20 anni a Firenze, dove si erano esibiti per la prima volta al Teatro Niccolini. Dal 7 al 10 giugno al Giardino di Boboli assisteremo all'unica tappa italiana.
Jean Baptiste Thierrèe, celebre attore e protagonista della vita culturale francese del '900, è stato attratto dal circo fin da quando era bambino. Il suo personale e rivoluzionario genere di circo ebbe origine dalla sua intuizione e dal confronto con Alexis Gruss, al tempo direttore de Le Grand Cirque de France, nel luglio 1969.
Dalla loro collaborazione nacque un inedito spettacolo circense che venne anche utilizzato come strumento per la cura del disagio mentale nell'ospedale psichiatrico di La Borde.
Jean Baptiste coinvolse nei suoi spettacoli Victoria Chaplin, esperta di arte circense e sua futura moglie.
I due fantasiosi artisti sono i precursori de Le Nouveau Cirque, una forma di spettacolo che mescola l'arte circense, la drammaturgia teatrale e la danza.
Victoria e Jean Baptiste sono allo stesso tempo trasformisti, illusionisti, funanboli e musicisti: fanno del palcoscenico il luogo del possibile, dell'immaginario e dell'immaginato.
La dialettica fra luci, ombre e colori, suoni e silenzi, vesti che si trasmutano in animali fiabeschi, decostruiscono una realtà razionale trascinando lo spettatore in uno stato d'ipnosi e magia.
Chi ha avuto la possibilità di vedere lo spettacolo sa già cosa aspettarsi: le Cirque Invisible è “un improvviso lampo d'ispirazione”, una dimensione onirica, un circo incorporeo.
Una rappresentazione che siamo certi appassionerà sia adulti che bambini, i quali potranno gioire di una fuga magica dalla realtà.

Domani vi racconteremo le nostre impressioni.

Redazione all'Opera

Redazione all'Opera

Ciao,
siamo i nuovi inviati di Redazione all'Opera.
Anche quest'anno si rinnova la collaborazione tra OperaFestival e gli studenti universitari.
Attraverso questo blog, oltre a tenervi aggiornati sulla programmazione degli spettacoli, vorremmo riuscire a coinvolgervi attraverso le nostre interviste, prese fotografiche e video.
Vi racconteremo i retroscena del Festival e tramite i vostri commenti e proposte potrete partecipare anche voi alla realizzazione di questo progetto culturale.

La Vostra Redazione all'Opera

Giulia, Elisa, Maddalena, Silvia e Ivan