“E’ sempre una nuova emozione ritornare a cantare davanti a Firenze”.
Sono le ore 21,15 del 16 luglio quando il palco di Opera Festival si accende sul volto di Massimo Ranieri.
Un applauso spontaneo da 2500 persone si alza dalla platea, e il sorriso disinvolto dell’artista, a poco a poco, lascia trapelare quell’emozione che il pubblico fiorentino gli suscita da sempre.
“Devo confessarvi che mi sento molto fiorentino dopo tutti gli anni passati qua, ed è sempre una nuova emozione ritornare a cantare davanti a voi e davanti ad una Firenze così bella.” Con queste parole pronunciate in cadenza toscana, Il cantautore tiene calda l’atmosfera durante uno dei tanti sketch teatrali con i quali alterna i capolavori di musica cantata.
Quello che è apparso sul palco di Boboli è un Ranieri a “due facce”: dai toni giovanili, ironici, a tratti buffi, quando si comporta da attore; e un Ranieri più tradizionale, nel classico ruolo di cantante e ballerino. Un cocktail di spunti colti nel passato e di sogni intramontabili che con voce romantica e spirito allegro, vengono raccolte nel perimetro invisibile dell’amore.
“Amore”, Proprio questa, è l’affascinante colonna sonora che traspare in tutte le scene, dalle danze e dalle note di quelle che sono le perle femminili dello spettacolo: l’orchestra e il corpo di ballo.
L’artista partenopeo ripropone a suo stile “La Cura” di Franco Battiato, “Almeno tu nell’universo” di Mia Martini, passando dalle onde dolci di Antonello Venditti “Alta marea”, fino ad arrivare alle famose “Rose rosse”, “Erba di casa mia” e “Perdere l’amore”, i suoi pezzi più celebri.
Sul finale è ancora lui a ringraziare il pubblico: “La Toscana è una terra fantastica che negli anni non ha mai smesso di fare cultura, sentirmi apprezzato in questi luoghi è una soddisfazione immensa,” poi si abbandona ad una frase simpatica che strappa risate e applausi: “Forse non sono un bischero”.
La serata si conclude con “Perdere l’amore”, il successo che nel 1988 ha incantato tutti conquistando “Sanremo”. Sulle note che l’orchestra prolunga avvengono le presentazioni finali e gli inchini di tutto il cast, compresi il senegalese Badara Seck e il giovane promettente Federico Pisano.
Quando le luci si spengono, qualcuno si avvicina al palco per cercare un saluto di persona. Dopo qualche secondo, però, i riflettori si riaccendono a sorpresa, e Massimo Ranieri conclude lo spettacolo “Canto perché non so nuotare… da quarant’anni”, ritornando alle sue origini, con due ultime canzoni napoletane.
Andrea Cardinali
Un applauso spontaneo da 2500 persone si alza dalla platea, e il sorriso disinvolto dell’artista, a poco a poco, lascia trapelare quell’emozione che il pubblico fiorentino gli suscita da sempre.
“Devo confessarvi che mi sento molto fiorentino dopo tutti gli anni passati qua, ed è sempre una nuova emozione ritornare a cantare davanti a voi e davanti ad una Firenze così bella.” Con queste parole pronunciate in cadenza toscana, Il cantautore tiene calda l’atmosfera durante uno dei tanti sketch teatrali con i quali alterna i capolavori di musica cantata.
Quello che è apparso sul palco di Boboli è un Ranieri a “due facce”: dai toni giovanili, ironici, a tratti buffi, quando si comporta da attore; e un Ranieri più tradizionale, nel classico ruolo di cantante e ballerino. Un cocktail di spunti colti nel passato e di sogni intramontabili che con voce romantica e spirito allegro, vengono raccolte nel perimetro invisibile dell’amore.
“Amore”, Proprio questa, è l’affascinante colonna sonora che traspare in tutte le scene, dalle danze e dalle note di quelle che sono le perle femminili dello spettacolo: l’orchestra e il corpo di ballo.
L’artista partenopeo ripropone a suo stile “La Cura” di Franco Battiato, “Almeno tu nell’universo” di Mia Martini, passando dalle onde dolci di Antonello Venditti “Alta marea”, fino ad arrivare alle famose “Rose rosse”, “Erba di casa mia” e “Perdere l’amore”, i suoi pezzi più celebri.
Sul finale è ancora lui a ringraziare il pubblico: “La Toscana è una terra fantastica che negli anni non ha mai smesso di fare cultura, sentirmi apprezzato in questi luoghi è una soddisfazione immensa,” poi si abbandona ad una frase simpatica che strappa risate e applausi: “Forse non sono un bischero”.
La serata si conclude con “Perdere l’amore”, il successo che nel 1988 ha incantato tutti conquistando “Sanremo”. Sulle note che l’orchestra prolunga avvengono le presentazioni finali e gli inchini di tutto il cast, compresi il senegalese Badara Seck e il giovane promettente Federico Pisano.
Quando le luci si spengono, qualcuno si avvicina al palco per cercare un saluto di persona. Dopo qualche secondo, però, i riflettori si riaccendono a sorpresa, e Massimo Ranieri conclude lo spettacolo “Canto perché non so nuotare… da quarant’anni”, ritornando alle sue origini, con due ultime canzoni napoletane.
Andrea Cardinali
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