domenica 18 luglio 2010

CINC'OTANGO: SENSUALITA' IN SCENA

Il tango è una ricetta che mescola sapori e colori diversi, una miscela di culture e tradizioni etniche, una fusione di ingredienti che si arricchiscono l’un l’altro.

Possiamo ricercare le sue radici attorno al 1820: Buenos Aires era la città dove “far fortuna”, ma non tutti ci riuscivano, così famiglie di Italiani, Spagnoli, Francesi, Ungheresi, Ebrei e Slavi, cui presto si unirono schiavi liberati e Argentini della seconda e terza generazione, provenienti dalle pampas, furono costretti dalla miseria a convivere in squallidi quartieri costruiti dal nulla, nei sobborghi della città, per amalgamarsi negli angusti vicoli. Si fusero i loro stili di vita, le tradizioni etniche e culturali, le loro vite erano intrecciate poiché condividevano lo stesso destino e le stesse speranze.
Cantavano i loro stati d’animo e i loro sentimenti. La musica divenne la consolazione degli emarginati, completata espressivamente dalla danza, che dal 1880 avremmo definito Tango.
Si combinarono la payada, un'antica forma di poesia popolare caratteristica delle feste di paese introdotta dai Gauchos, la gente della Pampa; la habanera, danza spagnola diffusasi a Cuba e portata dai marinai, che si diffonde trasformandosi però nell'andamento caratteristico e insolito di una camminata, in cui l'uomo avanza e la donna indietreggia. Questa fu la milonga allo stato embrionale, il cui nome deriva da milonguear, passare la notte alternando canto e ballo. Dal porto di Buenos Aires arriva infine il candombe, danza caratteristica dei neri, in cui le coppie ballano separate ma molto vicine, abbandonandosi a sensuali movimenti pelvici.
I primi tanghi non avevano autori, erano melodie folcloristiche e popolari che ridavano vitalità alla povera gente, una via di fuga dalle preoccupazioni della vita, un modo per svagarsi e non sentirsi soli. I testi avevano un registro gioioso e licenzioso che si alternava a toni malinconici, accompagnati da strumenti come chitarra, flauto, pianoforte e più tardi dal bandoneon, una sorta di fisarmonica. Il tango significava lotta contro la propria condizione, bramosia di una nuova libertà, emozioni intense che sgorgavano dal ballo e dalle melodie, un genere da sempre forte, brutale, passionale, che scaturiva dalle viscere degli uomini e delle donne.
Dai vicoli si spostò nelle osterie e nei bordelli oscuri di Buenos Aires. Durante il suo sviluppo era sempre più caratterizzato da audacia, sensualità, una stimolazione quasi erotica, un ballo carnale e una musica libidinosa.
Dal 1900 il tango fu ballato e ascoltato in caffè, cabaret e teatri e iniziò a diffondersi su scala internazionale, incontrando ben presto perbenisti, bigotti e religiosi che lo percepivano come qualcosa di immorale, oltraggioso, e lo definivano un ballo indecente e pagano che si scontrava con la pubblica decenza. Ma più acquisiva il sapore di un frutto proibito e più tutti volevano ballarlo, anche perché ballarlo bene era indice di mascolinità e grande efferatezza nel conquistare le donne.

Ebbene sta per arrivare nel Giardino di Boboli la compagnia argentina Otango, cinque coppie di ballerini accompagnati da uno dei migliori tango quintet che suonerà per noi piano, chitarra e bandoneon trascinandoci in un’atmosfera violentemente appassionata. Il loro spettacolo cerca di trasmettere l’essenza del tango nella sua interezza, esaltandone l’intima sensibilità e le emozioni venate di violenza.
Negli anni il tango ha subito numerose trasformazioni, la sua anima più intima e misteriosa ha spesso lasciato il posto a uno stile più eccitante, ardente, un accanimento quasi aggressivo dei partner. I ballerini di Otango sveleranno sul palcoscenico di Opera Festival l’anima di questo ballo, ripercorrendone la storia e ballando per noi al ritmo degli stili più importanti, il tango nobile, il valse, la milonga, il tango tradizionale e il tango nuevo.
Sono impaziente di vedere come cinc’Otango interpreterà un tango sempre nuovo e in continua metamorfosi, elevato oggi a forma d’arte…sicuramente a Boboli farà più caldo del solito!


Giulia

1 commento:

  1. E' stato assolutamente superbo!
    Emozionante, sensuale, fascinoso....... tra la stupenda musica che i "cinque" inerpretano con una maestria "da maestri" (scusa il gioco di parole.....e complimenti particolari al fisarmonicista) e i ballerini tutti, indiscutibilmente fantastici, non ci si rende neppure conto del tempo che passa.....
    "Già finito?"

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