martedì 27 luglio 2010

TRA LACCA E FERMAGLI, INTERVISTA AL SOPRANO EVA MEI

La mia intervista si svolge poco prima del debutto del 24 luglio a San Galgano del Flauto Magico. Dietro le quinte c’è un gran fremito, sono tutti indaffarati a vestirsi e a scaldale le loro ugole. Riesco a ritagliarmi cinque minuti con Eva Mei mentre il parrucchiere le sta acconciando i capelli.

Quando ha capito di amare la musica e il canto e che questa sarebbe stata l’attività principale della sua vita.
Amo la musica da quando sono nata perché penso che non si potrebbe vivere senza, poi mia madre e mio nonno cantavano e quindi cosa avrei potuto fare nella mia vita se non cantare. Purtroppo l’ho capito un po’ tardi, avevo diciassette anni quando sono entrata a far parte di un coro polifonico ad Arezzo ed ho capito che era questo il mestiere che volevo fare.

Ha dovuto fare molti sacrifici per arrivare dove è adesso.
Se vogliamo che le cose siano fatte nel modo giusto i sacrifici sono indispensabili, un po’ come in tutti i lavori. Ma questa passione è talmente grande che ne vale la pena.

Pensa che il contesto socio - culturale del nostro paese permette ai giovani di avvicinarsi al mondo della lirica.
Domanda di riserva?(Sorride). Con grande rammarico ti dico che il nostro paese non offre molte possibilità per sviluppare questa passione e questo è triste perché la lirica fa parte della nostra tradizione, l’Italia è il paese dove è nata l’Opera.

Dunque cosa consiglierebbe ad un ragazzo che vuole seguire e sviluppare questa passione.
A malincuore gli direi di provare questo mestiere all’estero. Io stessa, come altri miei colleghi, se vogliamo lavorare dobbiamo molto spesso recarci all’estero e quindi per un giovane sarebbe molto dura. Nella musica, ma anche nell’arte in generale si è perso molto ed è un peccato perché come ho detto anche prima l’Italia dovrebbe essere anche l’Italia della cultura e dell’arte ed in questo siamo molto penalizzati.

Questa è la prima volta che collabora con OperaFestival. Che cosa pensa di questa organizzazione, l’unica a Firenze a tenere ancora in vita l’Opera lirica.
Si per me è la prima volta. Ammiro il loro lavoro perché è una organizzazione che va contro corrente e dimostra di saper tenere un buon livello in confronto con le altre Istituzioni. E per questo sono molto contenta e onorata di far parte di tutto ciò.

Grazie al suo mestiere ha potuto visitare molti paesi. C’è un luogo dove ha cantato che le è rimasto particolarmente impresso o un pubblico che l’ha colpita.
Istanbul, in Turchia. Ci ho cantato Il ratto dal serraglio due giorni fa. È un popolo fantastico che si diverte con quello che ascolta, che si ispira a tutto ciò che succede sul palcoscenico e che segue, ma soprattutto un pubblico che si diverte andando a teatro perché in fin dei conti non è forse questo lo scopo del teatro?.

Quindi lei crede che il popolo italiano sia restio a certi tipi di manifestazioni.
Non credo. L’ho notato proprio in questi giorni grazie a questo spettacolo. Il pubblico è abbastanza numeroso e caloroso, basta offrirgli prodotti di qualità perché giustamente ne a diritto.

Quale personaggio aveva già cantato nel Flauto Magico. Come si trova nei panni di Pamina.
Nel Flauto Magico avevo già cantato sia Pamina che la Regina della notte. Regina della notte possiede delle acrobazie vocali eccezionali e come personaggio ha una forte presenza scenica perché rappresenta il ruolo della madre. Pamina invece è colei che risolve la situazione portando l’uomo sulla giusta strada ed è un personaggio che adoro, non potrebbe essere altrimenti perché non salgo mai sul palco cantando un personaggio che non sento un po’ mio.

C’è o c’è stato un obiettivo che si era posta di raggiungere o qualcosa che l’ha resa particolarmente fiera di se stessa.
Io non sono mai soddisfatta di me perché aspiro sempre a migliorare e fare meglio però dopo venti anni di carriera essere ancora qui a cantare Mozart è già una cosa che mi rende più che felice.

Per concludere la nostra chiacchierata le vorrei chiedere se c’è qualcosa che ancora non ha fatto ma le piacerebbe fare.
Se fosse possibile vorrei vivere ancora altri duecento anni (ride). Sono tantissime le cose che vorrei fare anche al di fuori della lirica perché sono una persona che si interessa a qualsiasi cosa, non mi annoio mai. La vita è troppo bella per fare solo la cantante lirica, ci sono almeno altre mille cose che sono altrettanto interessanti.

SILVIA

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