giovedì 15 luglio 2010

FORTUNA IMPERATRIX MUNDI: breve storia dei Carmina.

Martedì sera sono stati eseguiti Carmina Burana di Carl Orff, la formalità solenne della musica del prologo ha creato una sintesi dialettica con l’invocazione alla Sorte - “Oh Fortuna, Velut Luna, Status Variabilis, Semper Crescis aut Decrescis”- le atmosfere, quasi apocalittiche, delle tinte musicali hanno enfatizzato un’interessante contrapposizione con la goliardia dei testi in Latino ed in Tedesco arcaico.

I testi poetici provengono da un manoscritto del XIII sec il Codex Latinus Monacensis, che comprende 315 componimenti che sono suddivisi tra: Carmina moralia; canti satirici e morali; Carmina veris et amoris, canti d'argomento amoroso; Carmina Lusorum e Potatorum, canti bacchici e conviviali e Carmina divina, canti moralisti e sacrali.
Essi si fanno risalire ad una produzione studentesca dei goliardici Clerici Vagantes; studenti girovaghi nel Basso Medioevo, che composero tali canti parodiando e criticando l’ortodossia liturgica.


Carl Orff nel 1937 musicò alcuni brani dei Carmina Burana, con due versioni differenti una orchestrale e l'altra più intima, dove l'orchestra fu sostituita da pianoforti e percussioni, dando vita ad una cantata scenica d'immenso valore evocativo, dove le cantiones profanae venivano intonate da cori. Ma la particolarità di quest'opera è nel suo simbolismo; essa esemplifica la ciclicità attraverso la ripresa della musica del prologo nel finale. Non a caso la struttura dell'opera riprende la ruota della fortuna; allegoria dei cicli della vita. Questa capacità dialogica ha permesso una grande narrazione, priva di ogni sorta di storicismo, perché essa ha la facoltà di rimembrare il carattere aleatorio del fato umano e la precarietà delle gioie e dei dolori, tutti temi estremamente contemporanei.
Mentre ancora rifletto sulla magnificenza e sulla potenza del suono, mi è tornata in mente una citazione famosissima di Orazio «Dum loquimur fugerit invida aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.» «Mentre parliamo il tempo, invidioso, sarà già fuggito. Cogli l'attimo, fiduciosa il meno possibile nel domani.» ed così mi dico “se ciò che ascolto fa riflettere, allora significa che è cibo per la mente.”.


Elisa
Foto di Ivan

1 commento:

  1. I Carmina Burana sono davvero cibo per la mente ma anche per il cuore, per gli occhi, coinvolge tutti i sensi.........

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