mercoledì 17 giugno 2009

La prima mondiale di Aida raccontata dagli spalti.

Foto di Sara Giosa
Viaggio fra più di 3 000 spettatori.

15 Giugno 2009, ore 20:45 Giardino di Boboli. Un fiume di spettatori attende intrepido di superare le transenne che separano l’entrata dalla tribuna. E’ una folla curiosa di scoprire le scenografie inedite di Igor Mitoraj, di immergersi nella location d’eccezione scelta per incorniciare l’intramontabile Aida. La loro immaginazione è stimolata dalla scultura di bronzo che li accoglie. Icaro, l’espressiva rivisitazione pensata dal grande maestro polacco, è per loro solo un assaggio delle sculture che animeranno la scenografia. La messa in scena en plain air ha attirato un pubblico eterogeneo lontano dall’immaginario collettivo che descrive la platea dell’opera. Si resta infatti sorpresi dai numerosi giovani che con entusiasmo si avvicinano per la prima volta ad un evento classico. Fra loro molti ragazzi americani che, agevolati dalle convenzioni tra OperaFestival e diverse scuole per stranieri, disertano locali e discoteche per apprezzare una delle radicate ricchezze della cultura italiana. “Non ho mai avuto la possibilità di assistere ad un’opera lirica, questa è un’ottima occasione per godersi sia lo spettacolo che il giardino”. Con queste parole Jim, un diciottenne americano, motiva il suo interesse. Anche Kate affascinata da una tradizione tutta italiana non vede l’ora di scoprire il mondo della lirica. Ma non sono gli unici stranieri: Carlos, uno studente spagnolo al termine del suo soggiorno erasmus, ha deciso di non partire senza aggiungere al suo bagaglio la visione di questa prima mondiale. Carlos e la sua piccola comitiva con il tipico calore spagnolo, rompono i clichè legati all’eleganza mostrandosi a loro agio in abiti casual. Il contesto lo permette, il giardino, infatti, mostrandosi in tutta la sua raffinatezza riesce anche ad allentare la rigidità di un ambiente formale. Per questo un giovane diciannovenne fiorentino, appassionato da due anni alla lirica, regala una serata unica alla sua fidanzata di soli sedici anni. Marta non sa cosa aspettarsi, non ha mai visto un’opera lirica, ma non nasconde la sua curiosità, stasera potrebbe nascere in lei un nuovo interesse. “Spero di appassionarmi”, con questa aspettativa si avvicina all’entrata. Qualcuno è attirato dal grande nome che ha firmato scenografie e costumi, è attratto dalla semplificazione degli sfarzosi scenari egizi che hanno lasciato il posto alle suggestive ed allegoriche sculture di Mitoraj. Ha cercato, infatti, di asciugare, di eliminare gli orpelli, per rivestire di nuova luce l’opera di Verdi. Una rappresentazione che nonostante le innumerevoli messe in scena continua a richiamare moltissimi spettatori. E’ il caso di un trentenne che afferma: “Sono qui per l’Aida perché amo questa rappresentazione, è sempre un grande piacere rivederla, non è mai uguale a se stessa”.
Le varie aspettative del pubblico sono state ampiamente soddisfatte, come dimostra l’applauso scrosciante che rompe il ghiaccio e rassicura al termine del primo atto. Riuscire ad appagare una platea eterogenea come quella di Boboli non è stata una facile impresa ma l’impegno dell’organizzazione, l’esperienza di interpreti e musicisti e la professionalità dei tecnici si è completamente amalgamata all’arte della scena regalando un nuovo capitolo al libro della lirica.
Annalisa Ausilio, Letizia Vallini, Sara Giosa

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