giovedì 18 giugno 2009

AIDA: POESIA E PASSATO SOTTO LE STELLE DI BOBOLI

Tutto esaurito per l’inizio di Opera Festival 2009

“Aida”, l’opera immortale di Giuseppe Verdi che celebrò l’apertura del canale di Suez, è stata riproposta con una chiave culturale inedita lunedì 15 Giugno, all’interno del Giardino di Boboli, unico teatro en plein air di Firenze con più di 3000 posti a sedere.
Ad accogliere gli spettatori accorsi da più parti del mondo per l’inizio di Opera Festival, c’era un atmosfera speciale, ispirata probabilmente dalla temperata notte di fine primavera e dal cielo stellato.
Che non si trattava di una Aida come tante altre, era già chiaro ben prima dell’inizio. Ma quello che ha realmente stupito, nonostante fosse in programma la partita della nazionale italiana di calcio, è stata l’affluenza di molte persone giovani, e addirittura qualche famiglia che ha seguito la rappresentazione con la coperta sulle ginocchia.
Qualche istante prima dell’inizio dello spettacolo, dietro il palco, si è già in pieno Egitto. Costumi, trucchi, volti, sorrisi. Tutto già, è perfetto. Poi l’orchestra diretta da Roberto Tolomelli sfuma la musica in un silenzio di concentrazione e poesia, e dalla platea si alza uno spontaneo applauso scrosciante. Sono questi i primi passi del successo che si è rivelata essere la “nuova” Aida.
Nella loro maestosità, le scene dell’artista polacco Igor Mitoraj, hanno saputo evocare quei luoghi dove un tempo, masse senza volto avevano amato e sofferto per poi dissolversi nel grande nulla della storia.
La reinterpretazione delle scene e dei costumi, hanno anche suscitato grande interesse fra personalità di spicco presenti in platea, come Giovanni Galli,Matteo Renzi, Irene Grandi.
Per la prima volta il pubblico ha visto un palco diverso. Senza l’abituale presenza di piramidi, ma con sculture spezzate che ritraevano grandi frammenti del passato e si inserivano nelle note dell’orchestra con una naturalezza eccezionale. L’insieme delle voci, degli strumenti musicali, degli effetti teatrali, si univano in perfetta armonia alla trama.
La scenografia è risultata più asciutta, priva di orpelli superflui, ed ha così accentuato i movimenti studiati delle maschere, dove anche un passo più lungo diventava novità. E’ stato questo forse, l’elemento fondamentale che ha conquistato una platea così ricca e variegata.
Gli attori hanno dato vita alle parole di Verdi con un grande senso teatrale. Una forza vibrante che ha saputo mantenere la monumentalità dell’opera e che, allo stesso tempo, ha permesso al pubblico di immedesimarsi nei personaggi.
I costumi inoltre, con le loro forme e le tinte di antico portavano nell’aria fiorentina un magico tocco di poesia e passato che non si è potuto fare a meno di respirare durante i quattro atti.

“La scultura deve vivere la sua vita per conto suo,” ci spiega Mitoraj, “ed è per questo che, una volta completata, la lascio anche per un mese fuori all’aria aperta. Deve vivere la luce, la temperatura, i colori della stagione. Le mie mostre più importanti sono state allestite all’aperto, mi piace vedere la gente che parla accanto alle opere e le può toccare con mano propria. Questa esperienza,” continua lo scultore, ” è stata ancora più interessante, ho lavorato accompagnando la musica con opere molto diverse ed è difficile lavorare su uno spazio ben delimitato come il palco. Sono veramente soddisfatto e credo che in molti siano rimasti colpiti da come le sculture hanno vissuto realmente la loro parte nella scena.”

I prossimi appuntamenti per l’Aida saranno sempre al giardino di Boboli alle ore 21,15:
Giovedì 25 Giugno
Giovedì 9 luglio
Martedì 21 luglio.

Andrea Cardinali

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