mercoledì 4 agosto 2010

EMOZIONI E PENSIERI DI LUCA CANONICI

Luca Canonici canta Tamino nel Flauto Magico di Mozart, oltre a essere il direttore artistico di OperaFestival.

L'Abbazia di San Galgano si è trasformata in un set teatrale. Sul palcoscenico gli attori, convocati per le ore 18.00, si alternano per l'ultima prova. Sono senza costumi e apprendo che, per questa caratteristica, viene chiamata “prova all'italiana”.
Le vecchie celle dell' Abbazia in cui alloggiavano i monaci cistercensi si sono trasformate per l'occasione in camerini. Mi apposto davanti alla piccola porta su cui è affisso il nome di Tamino e seguo Luca Canonici, il tenore che lo interpreterà, in ogni suo movimento. Appena avrà terminato potrò fargli alcune domande durante i preparativi prima dello spettacolo.
E' arrivato il momento e mentre entra nella “cella-trucco” mi fa cenno che è il momento adatto.
Posso iniziare con l'intervista.

Sono una persona molto emotiva e se ripenso al mio primo saggio di musica ancora oggi mi viene la pelle d'oca e ricordo il TERRORE! Quindi, anche se mi trovo davanti ad un artista con un'importante carriera alle spalle sono curiosa di sapere se è emozionato oppure se l'esperienza ha placato l'ansia da palcoscenico.

“Ogni volta è come la prima volta, è una disperazione! Prima di cantare penso sempre che sarebbe stato meglio se avessi intrapreso un'altra professione”

E che cosa avrebbe fatto?

“Boh, questo non lo so, penso solo che se avessi fatto altro sarebbe stato meglio per il mio sistema nervoso. Il fine ultimo di chi sale su un palcoscenico è emozionare e per fare questo è necessario emozionarsi”


Quale è l'aspetto del suo lavoro che le piace di più e quello che considera più noioso?

“Il più noioso è la sedentarietà, cioè prova, teatro, albergo, casa, televisione, prova, ecc...Ma lo spettacolo si costruisce così, non c'è niente da fare.”

Rimango sorpresa della risposta. Avevo sempre pensato che fare la segretaria fosse un lavoro sedentario. Sicuramente come in tutti i lavori la routine si fa sentire, ma almeno viaggia molto!

Quale è la più grande soddisfazione della sua carriera?

"Ho fatto delle cose straordinarie, non perché le ho fatte io ma per la situazione. Ho cantato per la ricorrenza dei 500 anni da quando fu posta la prima pietra della Basilica di San Pietro, ho cantato dentro il Colosseo, aperto i giochi olimpici in Spagna e l'anno del Giubileo.
In Arie e duetti, un'opera di Puccini, mi sono esibito al fianco della soprano Montserrat Caballè: questa è stata una delle cose più belle che ho fatto nella mia vita.”

Il trucco è finito. Il parrucchiere fa gli auguri di circostanza. Borbottando Luca risponde che non vanno fatti. Forse preferirebbe un bel “tanta mer**!”. Infatti la tradizione vuole che l'augurio porti fortuna perchè nell'Ottocento le persone andavano in carrozza agli spettacoli teatrali. Se la rappresentazione aveva avuto successo c'erano quindi tanti cavalli e tanta.....

Ma proseguiamo con le domande.

Cosa ne pensa del personaggio di Tamino? La rappresenta vocalmente?

“Tamino è il secondo ruolo di Mozart che canto. Due vocalità completamente diverse: bassa quella del Don Ottavio nel Don Giovanni, centrale-acuta quella di Tamino. La seconda aria del Flauto fa tremare i polsi, ha un recitativo lunghissimo accompagnato dall'orchestra, musicalmente difficile da ricordare.”

Il libretto del Flauto Magico è in tedesco e solo i recitativi sono in italiano, è difficoltoso anche recitare in una lingua diversa dalla propria?

“Sono tre anni che lo canto ma a dire la verità a volte ho delle lacune. La musica di Mozart è un meccanismo bellissimo, entrarci è difficile ma suona splendido.”

Quanto è difficile creare una sintesi tra la dimensione musicale e quella gestuale/recitativa?

“Sono un cantante immediato, certe volte faccio delle cose sul palcoscenico che in studio non avevo provato. Non parlo di improvvisazione casuale, ma di naturalezza. Il pubblico mi fa molto."

Quanto c'è di Luca Canonici in Tamino?Quanto invece è imposto dal direttore d'orchestra e dal regista?

“ Tutti i ruoli vengono da un lavoro di insieme. L'impronta è data dal cantante. Quando il lavoro piace anche al Maestro e al regista è il massimo.”

Quale è il genere che preferisce interpretare?

“A me piace il genere bello!”

Purché siano fatte bene?

“Esatto! Quando c'è un'idea e non è solo per rompere gli schemi mi va bene tutto. Molte volte lo si fa senza motivo, sopratutto all'estero. Certe opere vanno preservate: non si può fare il Nabucco con i coristi vestiti da vesponi che durante la cabaletta si volgono al pubblico mostrando il di dietro. D'altronde la mozzarella e la pizza le abbiamo salvaguardate, salvaguardiamo anche l'opera!”

C'è un personaggio che non ha mai interpretato ma le piacerebbe fare?

“ Ho cantato di tutto, dall'antico al contemporaneo. Ci sono delle opere che mi piacerebbe fare ma non sono alla mia portata. Cantare in “Pagliacci”mi riempirebbe di gioia. Leoncavallo è l'ultimo musicista che nel Verismo scrive veramente bene per la voce.
Altre pagine meravigliose sono quelle di Verdi in “Un ballo in maschera”. Forse tra 10 anni potrei interpretarlo.
Ho cantato due volte “Eugenio Onegin”, un'opera straordinaria, mi piacerebbe ripetere l'esperienza.”

Magari riproporla per Operafestival?

“Pultroppo è un'opera che non ha un grande consenso di pubblico. Il festival vive della bigliettazione.”

Che cosa ne pensa del Pubblico di OperaFestival e in generale del pubblico italiano?

“E' molto esigente e il più delle volte è portato alla critica e non al piacere dello spettacolo. Si va per vedere cosa c'è che non va bene. All'estero non è così, non perché hanno la bocca buona, come diciamo noi, ma perché hanno un approccio diverso.”

E' contento del successo di pubblico delle opere di questa stagione di OperaFestival?

“Quest' anno abbiamo fatto questa nuova operazione “Il Don Giovanni”. Siamo un organismo piccolo, con tanta voglia di fare, ma siamo una goccia nel mare dei teatri.
Un bel risultato, un bel cast e penso che il pubblico abbia apprezzato tantissimo, visto i minuti di applausi che abbiamo ricevuto.”

Maddalena

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